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Ex Ilva cassa integrazione: 3926 lavoratori coinvolti dopo l’incendio

Stabilimento Ex Ilva Taranto dopo l'incendio Altoforno 1 e richiesta cassa integrazione

Acciaierie d’Italia in Amministrazione Straordinaria ha comunicato il 13 maggio 2025 la richiesta di cassa integrazione per 3926 lavoratori di Ex Ilva, di cui 3538 nello stabilimento di Taranto. La misura si rende necessaria a seguito del sequestro dell’Altoforno 1, conseguente al grave incendio avvenuto il 7 maggio, che ha dimezzato la capacità produttiva.

Crisi Ex Ilva: cassa integrazione e stabilimenti coinvolti

La richiesta di cassa integrazione straordinaria riguarda principalmente il sito di Taranto, con 3538 lavoratori coinvolti, mentre gli stabilimenti di Genova, Novi Ligure e Racconigi contano rispettivamente 178, 165 e 45 dipendenti interessati. La comunicazione è stata trasmessa ufficialmente ai sindacati, che hanno chiesto l’apertura urgente di un tavolo di crisi presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. La crisi produttiva, aggravata dal sequestro, rischia di ripercuotersi pesantemente sul tessuto occupazionale del Mezzogiorno.

Secondo Acciaierie d’Italia, «la cassa integrazione rappresenta uno strumento indispensabile per preservare la continuità aziendale e tutelare il personale coinvolto». Le organizzazioni sindacali hanno espresso forte preoccupazione per l’impatto sociale, richiedendo interventi immediati di sostegno al reddito.

Prospettive per Taranto e il futuro di Ex Ilva

Il Ministero ha annunciato che nei prossimi giorni sarà convocato un incontro ufficiale per discutere della crisi Ex Ilva. La priorità sarà la tutela dei livelli occupazionali e il piano di ripristino degli impianti. Al momento, la produzione degli altri reparti prosegue regolarmente, anche se a regime ridotto.

Per approfondire la situazione di Ex Ilva, è possibile consultare anche la nostra sezione cronaca locale e il sito ufficiale di Acciaierie d’Italia.

La comunità di Taranto attende sviluppi concreti che possano garantire stabilità lavorativa e nuove prospettive industriali per il territorio.

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