Il Consiglio di Fabbrica degli stabilimenti ex Ilva si è riunito nuovamente a Taranto in vista del prossimo incontro a Roma tra governo e organizzazioni sindacali. Al centro della discussione il piano presentato dall’esecutivo, giudicato dalle sigle metalmeccaniche un progetto di chiusura non compatibile con la tutela dell’occupazione e con la prospettiva di rilancio industriale. La vicenda dell’ex Ilva resta così un nodo cruciale per il futuro produttivo ed economico del territorio.
Ex Ilva, le criticità evidenziate dal Consiglio di Fabbrica
Durante la nuova riunione, i rappresentanti dei lavoratori hanno ricordato come l’ultimo confronto a Palazzo Chigi si sia svolto in un clima definito “surreale”. Il governo ha illustrato alcune slide considerate insufficienti dalle sigle metalmeccaniche per delineare una strategia di decarbonizzazione e salvaguardia occupazionale.
Secondo il Consiglio di Fabbrica, il piano governativo prevede la chiusura di ulteriori impianti e un incremento della cassa integrazione, che a partire dal 1° gennaio 2026 potrebbe coinvolgere fino a 6.000 lavoratori.
Le delegazioni sindacali hanno inoltre criticato l’accelerazione dell’esecutivo sulla procedura internazionale di vendita senza prima attuare il piano di ripartenza del 2024, condiviso con le parti sociali e destinato, nelle intenzioni originarie, a riportare gli impianti dell’ex Ilva a una produzione stabile e compatibile con il percorso di transizione ecologica.
Richiesto un nuovo piano per il futuro dell’ex Ilva
Durante l’incontro a Roma, i rappresentanti nazionali delle categorie metalmeccaniche hanno respinto il piano ritenuto una dismissione mascherata, chiedendone il ritiro immediato. Le organizzazioni sindacali hanno evidenziato la necessità di discutere su basi tecniche più chiare, con un coinvolgimento diretto dello Stato nel percorso di rilancio industriale e nella trasformazione del ciclo produttivo.
Il Consiglio di Fabbrica ha rilevato che la convocazione urgente da parte della Presidenza del Consiglio, avvenuta a distanza di poche ore dal precedente confronto, è il risultato della determinazione sindacale nel chiedere un progetto alternativo alla chiusura degli impianti.
Alla luce della nuova convocazione, le assemblee dei lavoratori e le iniziative di mobilitazione sono state momentaneamente sospese. Tuttavia, le rappresentanze hanno ribadito che, in assenza di risposte chiare e del ritiro del piano contestato, le azioni di protesta riprenderanno per evitare ulteriori ripercussioni su lavoratori e comunità locali.
Le prossime settimane saranno decisive per definire il futuro dell’ex Ilva e dei suoi stabilimenti. Il Consiglio di Fabbrica attende ora un riscontro concreto da parte del governo, auspicando un percorso di rilancio che salvaguardi occupazione, ambiente e prospettive economiche del territorio. In caso contrario, le organizzazioni sindacali hanno annunciato la ripresa immediata delle mobilitazioni.










