Sciopero questa mattina al varco Nord dell’area portuale, dove i lavoratori ex Ilva hanno bloccato le operazioni di scarico di una nave cargo. La protesta, indetta dall’Usb, ha registrato un’adesione totale tra gli addetti del primo turno e ha impedito lo sbarco di oltre 82 mila tonnellate di fossile.
Sciopero ex Ilva: stop alle operazioni al porto di Taranto
Il presidio si è concentrato davanti alla nave Patricia Oldendorff, ormeggiata nello scalo ionico. L’intervento dei lavoratori ha impedito il regolare scarico del materiale previsto, con ricadute immediate sulle attività logistiche. L’Usb ha spiegato che l’azione rientra in una mobilitazione di 24 ore contro «violazioni dello Statuto dei lavoratori e comportamenti denigratori nei confronti degli iscritti».
Secondo il sindacato, la protesta è legata anche all’uso improprio della cassa integrazione e all’assunzione di nuovo personale, mentre operatori con anni di esperienza vengono progressivamente esclusi dalle attività aziendali. L’Usb ha annunciato che presenterà ricorso per presunte violazioni dell’articolo 28 dello Statuto dei lavoratori.
Le posizioni del sindacato e la replica dell’azienda
Il sindacato ha ribadito che la mobilitazione rappresenta «una difesa dei diritti fondamentali dei dipendenti» e che la vertenza non si fermerà fino all’apertura di un confronto concreto con la dirigenza. L’azienda ha smentito le accuse, sostenendo che le misure adottate rientrano nei piani di gestione ordinaria e nel rispetto della normativa vigente.
Nelle prossime ore saranno valutati gli sviluppi della mobilitazione. Al momento, il blocco al porto di Taranto proseguirà fino al termine dello sciopero programmato per la giornata odierna.