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Corsa a due per l’Ex Ilva, Baku Steel abbandona la partita industriale

Stabilimento siderurgico Ex Ilva di Taranto dopo il ritiro di Baku Steel dalla gara.

La competizione per la cessione dell’Ex Ilva si restringe: dopo il ritiro di Baku Steel, restano in corsa soltanto Jindal e Bedrock. Il Ministero delle Imprese sta valutando una proroga del bando, che potrebbe slittare a fine settembre. La vicenda riaccende il dibattito sul futuro della siderurgia italiana e sulla necessità di tutelare i lavoratori dello stabilimento. Leggi altre notizie da Taranto.

Garanzia pubblica allo studio del governo

Il ritiro di Baku Steel dall’Ex Ilva ha aumentato le difficoltà per il governo, che starebbe predisponendo una maxi-garanzia pubblica compresa tra 800 milioni e 1 miliardo di euro. L’obiettivo è coprire i costi della transizione e rendere più appetibile l’ingresso dei privati. Un’operazione che suscita polemiche: l’Usb ha diffuso una nota in cui sottolinea che “non è accettabile che risorse pubbliche finiscano senza garanzie concrete nelle mani di multinazionali”. Più dettagli sono disponibili sul sito ufficiale dell’Unione Sindacale di Base.

La posizione della Fim Cisl

La Fim Cisl, attraverso il segretario nazionale Valerio D’Alò e il segretario territoriale Biagio Prisciano, ha commentato che “il passo indietro di Baku Steel segnala un calo di interesse degli investitori, aggravato dalla mancanza di investimenti strategici come la nave rigassificatrice”. L’assenza di questa infrastruttura, secondo il sindacato, rende difficile rilanciare l’Ex Ilva e compromettere la credibilità industriale di Taranto. Maggiori informazioni sono consultabili sul portale della Fim Cisl. Per approfondimenti legati all’economia locale: sezione Economia.

Ex Ilva: prossimi scenari

Con l’uscita di Baku Steel, la gara per l’acquisizione dell’Ex Ilva diventa una corsa a due tra Jindal e Bedrock. La proroga del bando offrirà tempo ulteriore per le trattative, ma i sindacati chiedono certezze: servono garanzie su occupazione, investimenti e sostenibilità ambientale. La siderurgia italiana, sostengono le sigle, ha bisogno di un piano industriale chiaro e di un intervento deciso da parte dello Stato. Per seguire gli sviluppi futuri: Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

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