Il primo seno del Mar Piccolo resta sotto sequestro, ma arriva l’ok della magistratura alla rimozione degli impianti abusivi per l’allevamento dei mitili. La decisione, firmata dal giudice per le indagini preliminari Alessandra Rita Romano, rappresenta un primo passo verso la bonifica dell’area, oggetto di vincoli dal 2021 per l’elevata concentrazione di inquinanti.
Rimozione degli impianti abusivi nel Mar Piccolo: il provvedimento del giudice
L’autorizzazione è arrivata a seguito della richiesta presentata dal Comune di Taranto al pubblico ministero Lucia Isceri, che coordina l’indagine. Già lo scorso 10 aprile la commissaria prefettizia, Giuliana Perrotta, aveva inoltrato un’istanza per chiedere la rimozione dei sigilli, allegando uno studio di fattibilità realizzato da Kyma Servizi. Il documento evidenziava la funzione strategica del primo seno del Mar Piccolo per la mitilicoltura, essendo l’area designata per la raccolta del seme.
Nonostante il sequestro resti in vigore, il parere positivo del pm ha permesso l’avvio delle operazioni di smantellamento degli impianti abusivi. Nel provvedimento, il gip Romano ha sottolineato che «il sequestro preventivo delle aree e degli impianti in questione è stato disposto e a tutt’oggi risponde alla necessità di impedire, in primis, la prosecuzione dell’attività di mitilicoltura abusiva esercitata presso le stesse aree».
Mitilicoltura e inquinamento nel Mar Piccolo: il contesto ambientale
Le indagini hanno accertato la presenza massiccia di diossine e policlorobifenili (Pcb) nelle acque del primo seno, motivo per cui – si legge nel provvedimento – «dagli atti non emerge che le condizioni di inquinamento delle acque si siano modificate». Di conseguenza, il sequestro resta necessario fino al completamento delle verifiche ambientali.
Il Comune, da parte sua, auspica che l’area possa tornare operativa per l’allevamento di cozze, attività storicamente rilevante per l’economia locale, ma solo nel rispetto delle condizioni ambientali e di legalità.
La rimozione degli impianti abusivi rappresenta un segnale di attenzione verso la tutela ambientale e la legalità. Nei prossimi mesi saranno cruciali i risultati delle analisi ambientali per valutare l’eventuale revoca del sequestro. L’Amministrazione comunale e la Procura continueranno a monitorare con attenzione la situazione.