La riorganizzazione del settore sanitario regionale sta sollevando forti preoccupazioni per il futuro dei laboratori di analisi in Puglia, in vista dell’entrata in vigore della nuova normativa prevista per il 1° gennaio 2026. Le modifiche introdotte rischiano di avere conseguenze rilevanti sul sistema sanitario, sull’occupazione e sulla qualità delle prestazioni offerte ai cittadini.
La disciplina regionale rappresenta il recepimento di un disegno di legge nazionale approvato nel 2021, in un contesto sanitario ed economico profondamente diverso da quello attuale. L’applicazione delle nuove regole, secondo quanto evidenziato dal Partito Liberaldemocratico, avviene senza adeguati correttivi territoriali e senza una valutazione completa dell’impatto economico e sociale.
Riorganizzazione sanitaria e criticità per i laboratori di analisi in Puglia
Le soglie minime di attività previste dalla normativa mettono a rischio circa 192 strutture e oltre 2.500 posti di lavoro. A essere maggiormente colpiti sono i presìdi territoriali e le imprese sanitarie locali, che garantiscono prossimità, continuità assistenziale e accesso capillare ai servizi diagnostici.
Molti laboratori di analisi in Puglia, pur operando nel rispetto degli standard qualitativi e svolgendo un servizio essenziale per la salute dei cittadini, potrebbero non riuscire a rispettare requisiti numerici rigidi, non sempre coerenti con le reali esigenze dei territori.
Effetti su sanità, occupazione e accesso alle cure
Secondo il Partito Liberaldemocratico, il rischio concreto è una drastica riduzione dell’offerta sanitaria, con un conseguente allungamento delle liste d’attesa e una crescente concentrazione del mercato. Uno scenario che potrebbe avere ricadute negative dirette su cittadini, lavoratori e sull’equilibrio del sistema sanitario regionale.
Il Partito ribadisce che la sanità non può essere governata attraverso automatismi burocratici o tagli indiscriminati, ma necessita di una programmazione responsabile e sostenibile, fondata su regole chiare e realistiche, sulla tutela del lavoro qualificato, sulla valorizzazione delle strutture sanitarie accreditate e su un equilibrio tra efficienza organizzativa e capillarità dei servizi.
La richiesta di una proroga della normativa
Alla luce delle criticità evidenziate, il Partito Liberaldemocratico chiede un intervento nel prossimo decreto Milleproroghe, ormai imminente, al fine di prevedere una proroga dei termini di entrata in vigore della normativa.
Una proroga ritenuta necessaria per consentire alla Regione di rivedere i criteri applicativi ed evitare la chiusura di numerosi laboratori di analisi in Puglia, con conseguenze ritenute gravi per il territorio, per l’occupazione e per l’accesso alle cure dei cittadini.
Secondo quanto evidenziato, la chiusura dei laboratori comporterebbe una limitazione nell’accesso alle prestazioni sanitarie, un impoverimento del tessuto economico locale e un indebolimento complessivo del sistema sanitario regionale.









