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Ex Ilva Taranto, sindacati e istituzioni chiedono il ritiro del piano del Governo

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Ex Ilva Taranto torna al centro del confronto tra sindacati metalmeccanici e amministrazioni locali. Le parti hanno firmato un documento che chiede al Governo di ritirare l’attuale piano industriale e di convocare subito un tavolo unico a Palazzo Chigi. La piattaforma definisce interventi industriali e sociali considerati necessari per la continuità della produzione e la tutela dei lavoratori.

Piattaforma unitaria per il futuro dell’Ex Ilva Taranto

Nel verbale i firmatari indicano tre forni elettrici e quattro impianti DRI da realizzare a Taranto, con l’obiettivo di mantenere l’attività nello stabilimento. I sindacati chiedono un ruolo diretto dello Stato nella nuova cordata industriale e il coinvolgimento delle aziende pubbliche che utilizzano acciaio italiano. Secondo le sigle, la proposta offre una base chiara per affrontare la vertenza e superare le incertezze degli ultimi anni.

Le organizzazioni ritengono necessario garantire un percorso di transizione tecnologica definito nei tempi e nelle risorse. Per questo invitano il Governo a chiarire il cronoprogramma degli interventi e a garantire continuità produttiva durante il passaggio ai nuovi impianti.

Tutele sociali, decarbonizzazione e investimenti

Il documento interviene anche sul fronte sociale. Le parti chiedono strumenti di supporto per i lavoratori colpiti dalla crisi e lo stop ai licenziamenti già avviati. Il percorso di rilancio dovrà includere una “transizione sociale” che assicuri tutele a tutto il personale.

Un’altra richiesta riguarda la decarbonizzazione. I firmatari domandano certezze sull’approvvigionamento del gas e sugli investimenti legati al primo impianto DRI, dopo il taglio di 280 milioni previsto dal Governo. Secondo le sigle, queste risorse risultano essenziali per l’avvio della nuova fase produttiva dell’Ex Ilva Taranto.

Le istituzioni locali e i sindacati sollecitano infine una convocazione rapida del tavolo nazionale. A loro avviso, un confronto centralizzato può evitare ulteriori rallentamenti e proteggere l’intera filiera siderurgica.

Il tavolo atteso nelle prossime settimane dovrà definire risorse, tempi e modalità operative del nuovo piano. Le parti auspicano un percorso condiviso che garantisca sviluppo industriale, tutela occupazionale e sostenibilità ambientale.

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