La crisi del porto di Taranto si aggrava. Nonostante i 15 milioni di euro già stanziati per la riqualificazione dei lavoratori ex TCT, i fondi restano inutilizzati a causa dell’assenza di indirizzi chiari da parte del Governo e dei Ministeri competenti. La UIL Trasporti denuncia la paralisi dei progetti legati all’eolico offshore e alla formazione professionale, chiedendo risposte immediate.
“Abbiamo le risorse, ma senza linee guida precise non possiamo avviare alcuna attività,” afferma Carmelo Sasso, segretario generale UIL Trasporti Taranto. “Serve una direzione politica per sbloccare i corsi e delineare il futuro dell’area portuale.”
Fondi per l’eolico offshore bloccati e corsi sospesi
Il decreto MASE sull’eolico offshore, ancora privo di linee operative, ha congelato i programmi di formazione per i lavoratori. I 15 milioni di euro destinati alla riqualificazione restano fermi, mentre i 350 ex dipendenti TCT attendono da mesi l’avvio delle nuove attività professionali.
“Non possiamo formare persone senza sapere su quali competenze investire,” spiega Sasso. “Ogni ritardo pesa sul futuro occupazionale e sullo sviluppo del porto di Taranto.”
Incertezza sul molo polisettoriale e ruolo di Vestas
Alla mancanza di indirizzi per l’eolico si aggiungono i silenzi sulla gestione del molo polisettoriale e sulle attività di Vestas, che da oltre due mesi opera nell’area portuale senza un piano occupazionale chiaro. La UIL Trasporti teme che la mancanza di una regia politica unitaria rallenti ulteriormente il rilancio del sistema logistico ed energetico tarantino.
“Da queste decisioni – aggiunge Sasso – dipende non solo il futuro del porto di Taranto, ma anche quello dell’ex Ilva e dell’economia dell’intero territorio.”
Riqualificazione ferma e lavoratori in attesa
Nonostante l’aggiornamento dei cataloghi formativi regionali, i bandi non possono partire senza un indirizzo politico. Mancano inoltre, da oltre due anni, le nomine per il fornitore autorizzato di manodopera temporanea previsto dalla legge 84/94. Una situazione che, secondo i sindacati, rischia di far perdere tempo prezioso e opportunità di crescita.
La UIL Trasporti sollecita la convocazione del tavolo per la portualità, promesso ma mai avviato. “Abbiamo collaborato con istituzioni e Autorità di Sistema Portuale – conclude Sasso – ma la misura è colma. Servono risposte concrete, o i lavoratori agiranno per difendere il futuro del porto.”
Prospettive future per il porto di Taranto
L’attenzione ora è rivolta al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, chiamato a chiarire tempi e modalità per la riqualificazione. La speranza è che i fondi già disponibili vengano finalmente impiegati per creare occupazione stabile e rilanciare la competitività del porto di Taranto.












