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Renato Perrini sempre accanto ai tarantini

Renato Perr candidato alla Regione Puglia

Il candidato alle Regionali di Fratelli d’Italia nella provincia di Taranto, consigliere regionale uscente e capogruppo nell’ultima legislatura, raccontato da una terra che lo ha visto lavorare ogni giorno.

Renato Perrini sempre accanto alla sua gente. È una frase che, a Taranto, non suona come una trovata da campagna elettorale. Risuona piuttosto come una constatazione, una verità che la comunità jonica ripete perché la riconosce nei fatti. Perrini, oggi candidato alle Regionali per Fratelli d’Italia nella provincia di Taranto, non è un volto venuto da fuori né una comparsa dell’ultimo periodo. È uno che Taranto l’ha frequentata con rispetto, costanza e soprattutto responsabilità.

Da consigliere regionale uscente, e per cinque anni capogruppo di Fratelli d’Italia, non ha mai interpretato il ruolo in modo distante. Ha scelto di vivere la politica nel luogo più difficile: dentro i problemi. Taranto lo sa bene, perché negli anni lo ha visto passare dagli ospedali ai quartieri, dai piccoli comuni della provincia alle riunioni in cui serviva coraggio per dire la verità. E Perrini la verità l’ha detta sempre, anche quando significava andare controcorrente.

Il cuore della sua azione è stato Taranto. La sanità tarantina è stata la sua trincea quotidiana. Nessuno, nel corso dell’ultima legislatura, ha frequentato così costantemente reparti, corridoi, direttori sanitari, operatori, famiglie. Non per cercare una foto, ma per capire cosa non funzionava davvero. Taranto, con le sue strutture spesso in affanno, le sue attese interminabili, le sue emergenze silenziate, è stata al centro del suo lavoro politico. Non c’è stato reparto ferito che non abbia visitato, né problema che non abbia provato a riportare all’attenzione della Regione.

Il caso del nuovo ospedale San Cataldo è diventato quasi un simbolo. Mentre in molti rassicuravano sul rispetto dei tempi, Perrini insisteva che non sarebbe stato così. Lo faceva mostrando documenti, indicando ritardi, descrivendo ciò che aveva visto con i suoi occhi. Quando il tempo gli ha dato ragione, non ha alzato la voce. Ha detto che era una “vittoria amara”, perché Taranto avrebbe meritato un ospedale nuovo e funzionante molto prima. È un modo di vedere le cose che racconta bene la sua indole: per lui una buona notizia non è l’aver previsto un problema, ma l’averlo risolto.

La storia dell’UTIN, l’Unità di Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale SS. Annunziata, è un altro esempio di come abbia scelto di stare dentro le questioni più delicate. Quando molti preferivano parlare di un reparto “aperto”, lui ha detto ciò che le famiglie già temevano: aperto non significa operativo. Una frase semplice, ma che ha riportato sincerità e rispetto nella comunicazione pubblica. Chi ha avuto un figlio in quel reparto, o avrebbe voluto averlo, non ha dimenticato quel gesto di verità.

Anche Grottaglie, con un ospedale spesso messo da parte da scelte politiche che non hanno tenuto conto della realtà territoriale, è stato uno dei luoghi dove Perrini ha deciso di mettere voce, presenza e competenza. Non era una battaglia di campanile: era la consapevolezza che l’intera provincia di Taranto si regge se ogni presidio è forte. Indebolirne uno significa penalizzare tutti. E quando lo ha detto, lo ha detto non come un politico, ma come un cittadino che vive sul territorio.

Il tratto distintivo di Perrini resta però la sua continuità. A Taranto non si è mai perso di vista il fatto che, anche nelle fasi più difficili, lui fosse raggiungibile. Una telefonata la sera tardi, un messaggio di mattina presto, una richiesta urgente da parte di una famiglia in difficoltà: chi lo ha cercato ha trovato sempre una risposta. Non sempre la soluzione, perché questo dipende da un sistema più grande, ma la risposta, quella sì.

In queste settimane, mentre in provincia si avverte un fermento pre-elettorale che appartiene a ogni vigilia importante, Perrini non deve tornare: lui qui c’è già. Non è mai andato via. Ed è per questo che le sale che lo accolgono in ogni incontro sono piene non per effetto della macchina elettorale, ma per riconoscenza. È una presenza che il territorio conosce, che Taranto ha visto crescere e che oggi riconosce come affidabile.

In un momento così delicato, è utile ricordare anche ciò che riguarda la scheda elettorale. Alle Regionali è possibile esprimere due preferenze, una per un uomo e una per una donna della stessa lista.

A Taranto la credibilità non si compra. Taranto guarda le persone negli occhi e misura i fatti. È una città che ricorda chi ha parlato e chi ha agito, chi si è mostrato e chi è rimasto, chi ha alzato il volume e chi ha lavorato in silenzio. E in questi anni, con tutte le sue contraddizioni, le sue emergenze e le sue speranze, Taranto ha visto che Perrini c’era sempre. C’era quando i reparti cadevano a pezzi, quando il personale chiedeva ascolto, quando le famiglie cercavano sostegno. C’era quando bisognava denunciare un ritardo, ma c’era anche quando bisognava ricucire una ferita istituzionale.

La politica, in fondo, si giudica così: non da quello che si promette, ma da chi resta. E Perrini, qualunque cosa accada alle urne, resterà legato a una verità semplice e profondamente tarantina: c’è stato. Sempre.

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