Home / Sindacato / Chiusura ex Ilva Taranto: il piano di dismissione in otto pagine

Chiusura ex Ilva Taranto: il piano di dismissione in otto pagine

attivazione sistema di sicurezza AFO4 durante manutenzione elettrica

Il documento ufficiale sulla chiusura dell’ex Ilva di Taranto è stato illustrato l’ 11 novembre, ai sindacati. Si tratta di otto pagine che delineano un piano di riduzione graduale delle attività. Il progetto avrà un forte impatto sull’occupazione e sul tessuto industriale del territorio. Le sigle Fim, Fiom e Uilm lo hanno definito “un piano di chiusura”, nonostante venga presentato come un rilancio.

Chiusura ex Ilva Taranto: il piano presentato ai sindacati

Il piano è stato discusso lunedì presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Prevede una fase di decarbonizzazione della durata di quattro anni. L’obiettivo dichiarato è trasformare il sito tarantino nel primo impianto europeo in grado di produrre soltanto acciaio green. Tuttavia, il documento non indica i costi né le coperture economiche previste per la realizzazione.

La seconda pagina del piano cita “negoziati in corso” con investitori esteri come Bedrock Industries e Flacks Group. I sindacati hanno espresso dubbi sulla reale solidità di queste trattative, definendo il testo “incompleto e privo di garanzie concrete”.

Lavoratori in cassa integrazione e impianti a ciclo ridotto

Dal 1° gennaio 2026 circa seimila lavoratori entreranno in cassa integrazione. La misura rientra nella sezione dedicata all’integrazione del reddito. La gestione operativa degli impianti sarà divisa in due fasi: la prima fino a febbraio 2026 e la seconda da marzo in poi.

Durante la transizione, diversi reparti ridurranno l’attività. Tra questi le batterie 7.8-9-12 e uno degli altoforni principali. Il piano prevede di mantenere solo la produzione minima necessaria, garantendo al tempo stesso la sicurezza dei lavoratori.

È inoltre previsto un nuovo impianto DRI (Direct Reduced Iron) da realizzare a Taranto entro quattro anni. Il Governo e la Regione Puglia garantiranno i finanziamenti. L’approvvigionamento di gas avverrà tramite condotte terrestri a “prezzi competitivi”.

Prospettive future e reazioni

Nelle ultime pagine, il documento annuncia la creazione del “Tavolo Taranto”. L’obiettivo è monitorare l’evoluzione della siderurgia nazionale e accompagnare la transizione ecologica del settore. Le organizzazioni sindacali, però, hanno espresso forte preoccupazione: «Non è un piano di rilancio, ma un percorso che porterà alla chiusura graduale dello stabilimento», hanno commentato dopo l’incontro.

La chiusura dell’ex Ilva di Taranto segna un momento decisivo per il futuro industriale della città e del Mezzogiorno. I prossimi mesi saranno determinanti per definire tempi, investimenti e misure di tutela occupazionale durante i tavoli tecnici tra Governo e Regione.

Tag:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *