Il Giudice di Pace di Taranto, con sentenza del 28 ottobre 2025, ha condannato un sindacalista per il reato di minaccia nei confronti di un imprenditore locale. La decisione stabilisce il pagamento di una pena pecuniaria, il risarcimento dei danni in favore della parte offesa e il rimborso delle spese processuali.
L’episodio risale al 2020, in un periodo di forte crisi economica successivo al primo lockdown. L’imprenditore, impegnato a riorganizzare le proprie attività per tutelare i lavoratori, ricevette una telefonata dal sindacalista, che lo invitò a recarsi presso una sede sindacale e ad aderire a determinate richieste, prospettando conseguenze negative in caso contrario.
Condanna per minacce a imprenditore
Secondo quanto emerso durante il processo, il sindacalista aveva contattato il datore di lavoro allo scopo di ottenere condizioni favorevoli per una lavoratrice che si era già dimessa autonomamente. Le pressioni esercitate, considerate dal giudice come atte intimidatorie, hanno portato alla condanna dell’imputato, ritenuto penalmente responsabile del reato di minaccia.
La sentenza del Giudice di Pace, pronunciata dalla dott.ssa Daniela Elia, riconosce la fondatezza delle accuse mosse dall’imprenditore, che aveva denunciato il comportamento ritenuto lesivo della propria libertà personale e professionale.
Tutela della dignità professionale
La decisione rappresenta un importante precedente a tutela della dignità di chi, nel contesto economico difficile degli ultimi anni, si è trovato oggetto di comportamenti intimidatori. Il provvedimento, inoltre, ribadisce la centralità del rispetto dei ruoli sindacali e imprenditoriali, nel quadro di un corretto equilibrio tra le parti sociali.
La condanna, oltre a sancire la responsabilità dell’imputato, evidenzia l’importanza del ricorso alla giustizia per la tutela dei diritti individuali e per la salvaguardia della libertà di iniziativa economica.












