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Rischio sanitario ex Ilva: l’A.I.A. ancora sospesa nel silenzio istituzionale

Stabilimento ex Ilva a Taranto e rischio sanitario per la popolazione

Il procedimento per il rilascio della nuova A.I.A. allo stabilimento ex Ilva di Taranto resta avvolto dall’opacità, mentre crescono i timori legati al rischio sanitario ex Ilva. A oltre tre mesi dalla prescrizione imposta nel primo parere istruttorio del 2 aprile 2025, Acciaierie d’Italia non ha ancora fornito le integrazioni richieste, come previsto dalla normativa vigente.

Prescrizione A.I.A. e rischio sanitario ex Ilva: cosa prevede la normativa

Il primo Parere Istruttorio Conclusivo (PIC), mai pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente, stabiliva che entro tre mesi dal rinnovo dell’A.I.A., il gestore doveva trasmettere all’Istituto Superiore di Sanità uno studio aggiornato sull’impatto sanitario. Tale aggiornamento doveva contenere dati sulle emissioni di NO2 e SO2, valutazioni per arenili, parchi e aree ricreative, nonché emissioni della centrale AdI Energia S.r.l.

Il rischio sanitario ex Ilva è al centro di questo procedimento: in mancanza di una valutazione positiva dell’ISS, l’autorizzazione alla produzione siderurgica non può essere concessa. La Legambiente ha chiesto l’accesso agli atti e di partecipare alla prossima Conferenza dei Servizi.

Taranto, trasparenza negata sul rischio sanitario ex Ilva

Ad oggi, non vi è conferma ufficiale sull’adempimento delle prescrizioni. Inoltre, è stato redatto un secondo PIC, anch’esso non reso pubblico. L’intera vicenda alimenta dubbi sulla tutela del diritto dei cittadini all’informazione e sulla reale volontà istituzionale di subordinare l’attività industriale al rispetto della salute pubblica.

La mancata trasmissione dei dati aggiornati – o una valutazione negativa dell’ISS – avvierebbe la procedura prevista dall’art. 29-decies, comma 9, del D.Lgs. 152/2006, potenzialmente conducendo alla sospensione dell’A.I.A. stessa.

Per ulteriori approfondimenti sul contesto ambientale e sanitario a Taranto, leggi anche il nostro articolo sulla qualità dell’aria nel quartiere Tamburi.

Prospettive future: quale produzione è compatibile con il rischio sanitario ex Ilva?

Secondo le associazioni ambientaliste, l’autorizzazione alla produzione non potrà superare le soglie ritenute accettabili dall’ISS. La produzione da 6 milioni di tonnellate annue richiesta da Acciaierie d’Italia dovrà quindi essere ridotta se incompatibile con la tutela della salute. Il prossimo passo sarà la Conferenza dei Servizi, che potrebbe definire i nuovi limiti operativi dello stabilimento, subordinati a criteri epidemiologici.

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