La sicurezza sul lavoro a Taranto resta un tema urgente: con un indice di incidenza pari a 13,7 morti ogni milione di occupati, la provincia entra ufficialmente in zona arancione. Lo evidenziano i dati INAIL rielaborati dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering, accendendo i riflettori sulle condizioni di rischio persistente nei luoghi di lavoro.
Sicurezza sul lavoro a Taranto: un quadro critico
Nonostante Taranto non sia tra le province peggiori per numero assoluto di decessi, la sua posizione nella zona arancione indica un livello di rischio superiore alla media nazionale. Nei primi cinque mesi del 2025, due lavoratori hanno perso la vita in provincia.
“Il lavoro deve essere sicurezza, non pericolo – afferma Gennaro Oliva, coordinatore UIL Taranto – non possiamo limitarci a indignarci, serve un impegno quotidiano e condiviso.”
Rischio elevato in Puglia: UIL lancia l’allarme
Il contesto regionale non è più rassicurante. Con un indice di 15,3, la Puglia si colloca nella zona rossa, tra le regioni più colpite. Province come Foggia (38,7) e Brindisi (27,3) guidano la classifica regionale. Anche Taranto, pur con numeri inferiori, conferma la tendenza.
A livello nazionale, nei primi cinque mesi del 2025, si contano 386 decessi totali legati al lavoro. Per approfondire, si rimanda ai dati mensili INAIL.
Misure locali e proposte per rafforzare la prevenzione
La UIL accoglie positivamente alcune iniziative locali, come l’ordinanza “anti-caldo” del Sindaco di Taranto che tutela i lavoratori esposti alle alte temperature. Importante anche il protocollo firmato il 26 giugno per i cantieri dei Giochi del Mediterraneo, che vieta il subappalto a cascata e introduce un tavolo di monitoraggio permanente.
Oliva sottolinea l’urgenza di un Osservatorio territoriale con il coinvolgimento di enti, imprese e scuole, per prevenire nuove tragedie. “La sicurezza sul lavoro a Taranto deve essere una priorità permanente, non emergenziale.”
Per altri approfondimenti sul tema leggi qui il nostro articolo dedicato a Bari.