È stata depositata la richiesta di Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) per il progetto del rigassificatore GNL di Taranto, presentata dalla società Terminale di rigassificazione GNL Taranto s.r.l.. Il progetto, denominato “Rigassificatore GNL da 12 miliardi di metri cubi/anno nell’area portuale di Taranto”, è attualmente in fase di verifica amministrativa.
Il deposito dell’istanza segna un nuovo passo nell’iter di approvazione di un’infrastruttura che, secondo i promotori, rappresenterebbe un importante snodo strategico per la fornitura energetica nel Mezzogiorno. Tuttavia, la pubblicazione della documentazione sul portale del Ministero dell’Ambiente ha già sollevato diverse perplessità.
Documentazione ambientale non disponibile
Secondo quanto emerso nelle prime ore successive alla pubblicazione, sul portale ministeriale non risulterebbe accessibile la documentazione tecnica relativa alla procedura VIA. Il messaggio “documentazione non disponibile per la procedura selezionata” appare sul link dedicato al progetto.
Un’anomalia che, secondo gli esperti del settore, potrebbe confliggere con quanto previsto dal Testo unico ambientale, che recepisce le direttive europee in materia di trasparenza e partecipazione pubblica. La mancanza dei documenti impedisce, di fatto, la consultazione dei materiali che dovrebbero illustrare gli effetti sull’ambiente e sulla salute pubblica.
La società proponente e la struttura societaria
Il progetto è promosso da una società con sede legale a Milano, iscritta alla locale Camera di Commercio e costituita nel settembre 2022 con un capitale sociale di 10.000 euro.
La GNL Taranto s.r.l. risulta controllata da due società estere: Denali Gas Trading SA (Svizzera), proprietaria del 95% delle quote, e Belenenergia Développement Europe SA (Lussemburgo), titolare del restante 5%. L’amministratore unico è Alberto Leopizzi, nominato a luglio 2025. L’oggetto sociale dell’azienda fa riferimento alla “gestione di progetti relativi a opere di ingegneria integrata” (codice ATECO 71.12.20).
Le istituzioni e il futuro del territorio
Il progetto del rigassificatore a Taranto ha riacceso il dibattito sul futuro ambientale ed economico del territorio. Le istituzioni locali, tra cui il Comune e la Provincia di Taranto, si trovano su posizioni differenti rispetto alla linea del Governo, che sostiene l’opera nell’ambito della strategia nazionale di decarbonizzazione.
Secondo i piani ministeriali, il fabbisogno industriale previsto per l’area, anche in ottica di rilancio dell’ex Ilva, non supererebbe i 5 miliardi di metri cubi/anno, mentre il progetto depositato indica una capacità di 12 miliardi di metri cubi/anno, oltre il doppio delle necessità stimate.
Prospettive e prossimi passi
Con la procedura di verifica amministrativa in corso, il progetto entrerà nella fase di valutazione tecnica. Solo dopo la pubblicazione completa della documentazione e il periodo di consultazione pubblica sarà possibile conoscere le osservazioni formali di enti, associazioni e cittadini.
Il futuro del rigassificatore a Taranto resta dunque incerto, in attesa di chiarimenti ufficiali e di una discussione trasparente sugli impatti ambientali e industriali per la città e per l’intero territorio jonico.
Fonte: Luciano Manna – Veraleaks












