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Home / Evidenza Taranto / Decarbonizzazione ex Ilva: rischio greenwashing secondo Legambiente

Decarbonizzazione ex Ilva: rischio greenwashing secondo Legambiente

Panoramica degli impianti ex Ilva a Taranto nel dibattito sulla decarbonizzazione ex Ilva

La decarbonizzazione ex Ilva è nuovamente al centro del dibattito nazionale. Nell’ultimo incontro tra Governo e sindacati, tenutosi a Roma, non sono emerse novità concrete. Il futuro dello stabilimento siderurgico resta legato al rilascio dell’A.I.A. e alla stipula di un Accordo di Programma. Legambiente avverte: “Così non è decarbonizzazione, ma greenwashing”.

Decarbonizzazione ex Ilva: il piano e le critiche ambientaliste

Secondo fonti di stampa, l’ipotesi di Accordo di Programma prevede una transizione lunga dodici anni, con tre forni elettrici, impianti DRI a gas e tecnologie per la cattura della CO2. Il primo forno entrerebbe in funzione ogni quattro anni, ma Legambiente contesta duramente la proposta.

L’associazione ecologista sottolinea come mantenere attivi gli impianti a ciclo integrale significhi prolungare l’uso del carbone, in contrasto con gli obiettivi climatici dell’UE. Gli altoforni ex Ilva generano fino a 2.000 kg di CO2 per tonnellata di acciaio, mentre i forni elettrici riducono l’impatto a circa 200 kg.

Non si parla mai di idrogeno verde, essenziale per la decarbonizzazione ex Ilva. È un silenzio grave”, denuncia Legambiente. L’esempio virtuoso arriva dalla Svezia, dove H2Green Steel punta a produrre acciaio con idrogeno verde già entro il 2026.

Greenwashing e dubbi sulla tecnologia CCS

Legambiente esprime anche scetticismo sulla tecnologia di cattura della CO2 (CCS). A oggi esistono solo 50 impianti CCS nel mondo, in grado di trattare appena lo 0,1% delle emissioni globali. “Tecnologia costosa e non scalabile”, commenta l’associazione.

Secondo il dossier, la vera decarbonizzazione ex Ilva deve iniziare subito, eliminando il carbone prima del 2030. Si chiede una strategia fondata su forni elettrici e produzione locale di idrogeno verde. Fondamentale è utilizzare gli 800 milioni del Just Transition Fund dell’UE per trasformare il sito, non per conservare lo status quo.

Per approfondire la posizione di Legambiente: www.legambiente.it

Per conoscere il programma H2Green Steel: www.h2greensteel.com

Link interni utili: Piano energetico Puglia, Emergenze ambientali Taranto

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